Campo di concentramento prigionieri di guerra PG57 – Premariacco (UD)

La passione per la storia e gli eventi locali raccontati attraverso la fotografia e la videocreatività

Campo di concentramento prigionieri di guerra PG57 – Premariacco (UD)

Mi devo scusare con gli amici del Quinto, ma sono riuscito a realizzare questo video dopo più di un mese dallo svolgimento del raduno.

E’ stata una giornata splendida, non solo all’insegna della solida amicizia che contraddistingue gli ex del Bolsena, ma soprattutto per un pezzo di cultura storica in più. Né io né mia moglie Debora eravamo al corrente dell’esistenza della chiesetta di San Mauro di Premariacco (UD) e del suo grande significato e valore storico.

Oggi devo francamente dire di aver imparato qualcosa in più, soprattutto legato alla storia della nostra amata Patria.

Un breve quanto doveroso accenno e ringraziamento relativamente ai testi ed alle foto storiche del campo di concentramento prigionieri di guerra PG57 sito a Grupignano/San Mauro in Premariacco (UD), che sono state scaricate dai siti web Natisone e Campo57 , materiale fotografico raccolto da Ferdinando Nadalutti e conservato da Alessio Ieronutti.

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Paolo Blasi - Cappella A.N.G.E.T. 6 Giugno 2015
Paolo Blasi – Cappella A.N.G.E.T. 6 Giugno 2015

“E va bene eccoci ancora qua  a riempirci gli occhi della nostra vista e a irrorare le nostre menti con i benefici influssi che i ricordi che senz’altro suscitiamo osservandoci, esercitano sui nostri animi. Animi che ritengo sensibili e pragmatici, leali e solari, costruttivi e determinati.

Questi sentimenti che vi esprimo hanno in qualche modo condizionato la scelta del luogo dell’odierno incontro perché sono dell’avviso che questa piccola chiesa che senz’altro richiama a pace e fratellanza,   sia un grande  simbolo di quello spirito di coesione, sacrificio e sofferenza  tramite il quale si possa giungere a costruire un legame ideale con il cielo, ed è lo stesso spirito che ho trovato quando giovane di belle speranze varcavo la soglia della Spaccamela nell’ormai lontano 1973, spirito certamente sepolto all’inizio sotto un cumulo di coercizioni, di oggettive incombenze  gerarchiche, di presa di contatto con una realtà che solo teoricamente avevamo intravisto e che si appalesava in modo a volte brutale e improvviso e contro cui  lottavamo cercando di non farci sopraffare e scoraggiare, ma sotto cui trovavamo solidarietà, coesione, collaborazione, insomma quello spirito di corpo che oggi vogliamo celebrare e ricordare.

Sì costruire perché a differenza di quello che potrebbe sembrare ai nostri detrattori noi siamo stati creati soprattutto per costruire, fortificazioni, ricoveri, opere difensive , baluardi strade ponti e..tutto il resto (la nostra preghiera appena letta  peraltro è chiara su questo).  I nostri interventi di pubblica utilità hanno poi esaltato questa nostra tendenza ad edificare rendendoci orgogliosi delle nostre capacità di  intervenire là dove le esigenze  sia in emergenza che per utilità sociale  lo richiedevano.

Qualcuno qui ha edificato nel 1943 (così come prima abbiamo letto) perché questo era a quel tempo il monumento alla speranza, alla proiezione verso un futuro di pace che in quel momento si intravvedeva molto lontana attraverso i fumi di una guerra  totale, brutale, disumana e feroce. E qualcuno qui poi ha voluto perpetuare quelle sensazioni ristrutturando queste mura che erano state abbandonate agli strali del tempo e quelli non potevano che essere dell’arma che costruisce:  genieri.

Sì sono immerso in un’atmosfera di condivisione che mi viene in qualche modo alimentata dalle  tante dimostrazioni di affetto, dalle tante dichiarazioni di appartenenza che mi vengono esternate sia tramite il nostro sito, sia tramite i social network, sia personalmente  tramite telefonate, e messaggi individuali che non mi stancherò mai di ricevere e di gradire. Ma una cosa volevo ancora dire: il 6 maggio u.s. (data significativa)  sono stato con Carlo Baldracchini in quel di Osoppo dove abbiamo operato nel ’76 e non vi nascondo il grande stupore quando presso gli uffici comunali e presso la biblioteca tanti cittadini di Osoppo, dopo 39 anni, si ricordavano di lui, (magari lo ricordavano come Attila ma questo poteva anche starci, visto che eravamo incaricati di demolire le strutture pericolanti che incombevano pericolose dopo il sisma) ma lo ricordavano con affetto e stima.

E allora anche questo è un simbolo, di quanto la società ci apprezzi e ci consideri come costruttori di pace  e strumenti validi ed efficaci di soccorso sia in emergenza, sia per normale intervento di manutenzione di opere pubbliche.

Ogni volta che organizzo questi incontri la decisione viene subito inseguita da perplessità, dubbi incertezze, chissà come andrà, quanti saremo, mi sono dimenticato di qualcuno (anzi mi raccomando quando sapete di questi incontri divulgate a vostra volta perché ognuno di noi è parte essenziale di un insieme coeso e importante)  ma poi quando sono qui davanti a voi e vi guardo ogni perplessità, dubbio, tentennamento vengono meno e il passato epico, esaltante, eccitante ritorna imperioso a mostrarsi e ogni incertezza scompare lasciando luogo ad un presente che sì è vero, colloca le proprie basi sulle trascorse vicende e avventure ma che prospetta un futuro fatto di numerosi e soddisfacenti incontri in cui continueremo a guardarci per perpetuare la bontà delle nostre convinzioni e la linearità dei nostri comportamenti ancor più rafforzati dai nostri reciproci scambi di vedute, e allora deponiamo sulla corona che tra un attimo dedicheremo ai nostri morti anche i nostri mai abbastanza invocati buoni sentimenti  a cui la nostra vita si è sempre improntata.

Ecco termino dedicandovi ancora un saluto e un grazie sentito e sincero (un pensiero a quelli che per essere qui oggi si sono sobbarcati parecchie  ore di viaggio!), grazie di nuovo.” 

Paolo Blasi

Incontro Degli Ex Del 5° Bolsena – 6 Giugno 2015

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2 Responses

  1. Giorgio Ferrato ha detto:

    Ciao Paolo e grazie, cerco di contribuire anch’io a distanza e con quello che so fare. Presumo di esserci al raduno, ma ti darò una risposta definitiva in forma personale.
    Carlo purtroppo è un pezzo che non lo sento, colpa anche mia e degli impegni quotidiani di lavoro, conto comunque di sentirlo quanto prima per “ridestarlo”.
    Un forte abbraccio anche da parte di Debora, ciao!
    Giorgio

  2. paoloblasi@alice.it ha detto:

    Grazie Giorgio senz’altro il tuo è un grande aiuto adesso spero che Carlo Baldracchini ce la faccia a venire perché una bella rimpatriata gli sarà senz’altro di conforto! Ciao saluti alla signora e spero di vedervi il 6giu

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