Prefazione a cura di Anna Ziliotto
Nella vita esistono poche persone con cui si può davvero condividere l’essenza dei propri sogni. Giorgio è una di queste persone.
Ci conosciamo da quasi vent’anni e, durante tutto questo tempo, abbiamo condiviso davvero una infinità di sogni.
Lo ricorderò sempre dietro l’occhio della sua telecamera o della sua macchina fotografica, paziente, ad aspettare l’attimo perfetto, il dettaglio che a tutti era sfuggito, o l’ultima, speciale, sfumatura della luce giusta. È qualcosa che sicuramente ci ha legati, qualcosa di molto prezioso: avere sognato insieme, avere assaporato nella mente esperienze che, sebbene non sempre realizzate fino in fondo, sono state uniche e irripetibili.
Per questo, quando Giorgio mi ha mostrato le prime bozze de Il Sogno, non avrei potuto immaginare né titolo né opera che lo rappresenti di più in questa sua prima esperienza da scrittore. O forse dovrei dire “da sceneggiatore”?
Sì perché, care lettrici e cari lettori, dovete sapere che Giorgio ha una dote rara, quella di sapere trasformare le parole in immagini. È un talento, ve ne accorgerete leggendo questo libro o, meglio, lasciandovi trasportare dalle immagini di cui vi sentirete sicuramente partecipi.
Il Sogno dà letteralmente vita ai pensieri di Giorgio e invita chiunque legga le sue parole a provare una esperienza con l’uso di tutti e cinque i sensi.
In fondo, cosa significa veramente “sognare”? Sognare non è solo una esperienza onirica, bensì un atto di immaginazione e creazione che esplora e travalica i confini delle nostre menti. Sognare è la capacità, non sempre così scontata, di dare forma a desideri e speranze – a volte anche a paure – che nella realtà quotidiana spesso rimangono inespressi. Sognare è, ancora una volta, un viaggio interiore, una evocazione della propria vita per immagini e sensazioni che viviamo come reali pur esistendo solo o in parte nella nostra mente. Sognare è una esperienza che viviamo con tutti i nostri sensi, che ci trasporta oltre lo spazio e il tempo...
Il libro “Il Sogno” dello scrittore Giorgio Ferrato è un racconto in chiave futuristica e fantascientifica che proietta il protagonista in un’epoca in cui non esiste vita, ma piuttosto sopravvivenza.
La narrazione è ambientata in un mondo post-apocalittico, un luogo che non viene più riconosciuto dal protagonista come suo, dove le persone a lui care ed i familiari sono all’improvviso scomparsi.
È una realtà paradossale, uno scenario che potrebbe accadere oggi, in questo preciso istante, travolgendo tutti noi e costringendoci a reinventare le nostre vite in un futuro incerto e inquietante.
Il cuore del racconto, però, è duplice: oltre al viaggio interiore e psicologico, c’è un vero viaggio fisico.
Giorgio, il protagonista, si ritrova a bordo di un treno gestito da militari italiani del Genio Ferrovieri, assieme ad una comunità di superstiti. Un treno che, stazione dopo stazione attraversa una campagna innevata, toccando località come Padova, Belluno, Cortina d’Ampezzo e la val Pusteria, lungo l’antica Ferrovia delle Dolomiti.
Questo lungo e freddo tragitto non è solo un viaggio attraverso luoghi reali, ma anche un percorso simbolico attraverso la desolazione e la speranza, mentre i superstiti cercano un futuro in un mondo che sembra ormai perduto.
Ma questo libro non è solo un esercizio di fantasia. È un viaggio intimo, un’esplorazione profonda dell’anima, della psiche del protagonista. Ogni pagina è un riflesso di sé stesso, dei suoi ricordi, delle sue paure. Eppure, tra le ombre, c’è sempre spazio per la speranza, per l’amore, per l’amicizia.
Ogni capitolo del libro è arricchito da un tocco cinematografico, accompagnato da un’immagine evocativa, pensata per alimentare l’immaginazione del lettore e trasportarlo ancora più a fondo nella storia.