Chi sono
Mi chiamo Giorgio Ferrato scrittore, fotografo e videomaker e nella mia vita ho percorso molti binari: quelli del lavoro, fatti di organizzazione, gestione e responsabilità, e quelli dell’anima, dove viaggiano i sogni e le emozioni.
Sono figlio di una madre e di un padre che mi hanno insegnato il valore del rispetto, dell’impegno e della gratitudine.
A loro devo tutto ciò che sono: la curiosità verso la vita, la capacità di ascoltare e la voglia di lasciare un segno gentile nel mondo.
Anche il servizio militare ha avuto un posto speciale nella mia formazione.
Durante gli anni nel Genio Pionieri, e soprattutto nel periodo trascorso in Irpinia dopo il terremoto del 1980, ho imparato cosa significhi davvero essere solidali, uniti e umani.
Quelle esperienze mi hanno segnato profondamente: mi hanno fatto capire che la forza di un uomo non si misura dal grado, ma dalla compassione e dalla capacità di aiutare gli altri.
Per tanti anni ho lavorato nel mondo della logistica e degli acquisti, dove la precisione e la dedizione erano essenziali.
Da responsabile vendite a buyer senior, ho imparato che dietro ogni processo ci sono sempre le persone, e che la fiducia, l’impegno e la passione sono i veri motori di ogni traguardo.
Quando il tempo del lavoro si è concluso, ho sentito nascere una libertà nuova: quella di dedicarmi a ciò che da sempre mi faceva respirare, la videografia, la fotografia e la scrittura.
Non come professioni, ma come arti che dialogano tra loro, nate dal desiderio di esprimere e condividere emozioni autentiche.
Videografia – Raccontare con la luce e con il cuore
Con la videocamera racconto ciò che spesso passa inosservato: i gesti semplici, la bellezza dei luoghi, il respiro di una comunità.
Nel corso degli anni ho realizzato documentari e cortometraggi dedicati al territorio, alla storia e alla memoria collettiva.
Tra questi, i lavori realizzati per l’Università di Padova, nati con l’intento di valorizzare la cultura e la ricerca attraverso lo sguardo umano e poetico delle immagini.
Allo stesso modo, i documentari sul Presepio sull’Acqua di Battaglia Terme rappresentano per me un incontro fra arte, fede e appartenenza: un racconto visivo dove la luce delle barche e il silenzio del canale diventano poesia.
Ogni progetto è un frammento di memoria che vive nel tempo, un piccolo dono alla collettività.
Fotografia – Fermare l’attimo, ascoltare la luce
La fotografia è il mio linguaggio dell’anima.
Scatto per ricordare, per fermare la luce in un istante che non tornerà più.
Alcune delle mie immagini hanno ricevuto apprezzamento e successo, ma la mia più grande soddisfazione resta una sola: sapere che hanno emozionato chi le ha guardate.
Fotografare significa per me ascoltare il silenzio e riconoscere la bellezza nascosta nelle piccole cose.
Scrittura – Viaggi tra luoghi e anima
Attraverso la scrittura ho dato voce a viaggi interiori e reali.
Nei miei libri, come Il Sogno e Le Terre Invisibili – Un cammino tra luoghi e anima, racconto di treni, di uomini e di speranza: storie dove la ferrovia diventa metafora della vita, e la natura un rifugio dell’anima.
Sto già lavorando a un nuovo capitolo di questo percorso narrativo, dove memoria, fede e libertà continueranno a intrecciarsi, per dare vita a viaggi dell’anima che parlano al cuore di chi legge.
Oggi – Un segno per la comunità
Oggi non cerco contratti né riconoscimenti, ma connessioni umane.
Se realizzo un video, una foto o un racconto, è per la mia comunità, per lasciare ai posteri un segno buono e sincero, capace di dire: «Questo sono stato, questo ho amato.»
Credo che l’arte serva a questo: a unire le persone, a ricordare la bellezza, a farci sentire vivi. E se anche solo per un istante le mie immagini, le mie parole o i miei video riescono a toccare il cuore di qualcuno, allora so che il mio viaggio continua…sui binari invisibili delle emozioni.

