Il treno a vapore nelle Dolomiti Venezia Belluno con la FS GR 740.038

La passione per la storia e gli eventi locali raccontati attraverso la fotografia e la videocreatività

Il treno a vapore nelle Dolomiti Venezia Belluno con la FS GR 740.038

Si è svolta Domenica 27 Agosto 2006 la corsa del treno storico 33644 a vapore trainato dalla locomotiva Gr. FS 740.038, e con al seguito 4 carrozze cento porte in livrea castano-isabella, tipica degli anni ’40, e con posti anche di III classe.

Partito da Venezia S. Lucia alle 7.58 ha percorso, via Treviso ove è avvenuta la giratura della locomotiva, la tratta ferroviaria fino a Belluno, ove il convoglio è arrivato alle 12.20. Nonostante la pioggia abbia inizialmente accompagnato il treno quasi fino a Treviso, una splendida giornata di sole poi si è aperta, rendendo così il viaggio piacevole sia ai turisti, sia a tutti gli spettatori e curiosi accorsi nelle stazioni e lungo la linea, nonché ai fotografi che non potevano mancare per immortalare una simile giornata storica.

Notevole l’impegno del personale di macchina, macchinisti e fuochisti appartenenti all’Associazione Veneta Treni Storici, nella cura e manutenzione della macchina a vapore e del convoglio, e per l’estrema disponibilità e pazienza che hanno avuto nei confronti dei viaggiatori e curiosi.

Un vivissimo, e non per ultimo, ringraziamento va all’A.I.C.S di Belluno (Associazione Italiana Cultura e Sport), per aver organizzato questo storico evento “Il treno nelle Dolomiti” teso a valorizzare questo mezzo di trasporto, ed affinché si possa rilanciare una azione di promozione turistica, in senso ecologico e sostitutivo al trasporto su gomma oramai alla saturazione, per tutta la zona Dolomitica del Bellunese.

Cullati così da una splendida giornata di sole, dal ritmo e dalla velocità inusuale del treno a vapore, abbiamo avuto modo e tempo di osservare e gustare favolosi paesaggi Dolomitici, vallate e corsi d’acqua, immersi insomma nel verde e nella tranquillità della natura, è il caso proprio di dire…un treno ecologico.

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Pensare viaggiando

Anna Ziliotto

… Al mattino, neanche ci siamo accorti del brutto tempo che sembrava confondersi con il fumo nero della locomotiva, che ci seguiva, colorando il paesaggio di un acre pallore stile film anni ’70, al ritmo incalzante degli sbuffi urlanti del treno (ma no, magari era solo il nostro cuore che batteva così forte, colmo di entusiasmo e di curiosità, da confondersi con quel frastuono!). Poi è uscito il sole, anche lui forse incuriosito da tanta autoritaria bellezza: un regalo inaspettato che ha fatto sorridere tutto quel meraviglioso paesaggio montano ai piedi delle Dolomiti che per una volta, al suo passaggio, è stato, lui, uno spettatore silenzioso, assieme alle centinaia di persone che aspettavano, incantate, la lunga sosta della grande macchina, e la salutavano, quasi fosse un’amica che da tanto tempo non vedevano più. Quanto rumore, quanta polvere: il carbone ci ha annerito la faccia, le mani, le unghie, i vestiti, e le narici hanno conservato quel pizzichio fastidioso e così sconosciuto tutto il giorno, gli occhi erano lucidi per la gioia e la polvere, la gola secca ci impediva di parlare, ma che importanza aveva, era bello, per una volta, stare ad ascoltare il rumore del passato.”

Anna Ziliotto

 

Ricordi di un passato

Giorgio Ferrato

“Sono nato vicino alla ferrovia e sin da piccolo ho sempre avuto una grande passione e rispetto per tutto il mondo ferroviario. Ricordo ancora che d’estate, quand’ero a casa da scuola, con mio fratello maggiore Mauro ci alzavamo molto presto la mattina, quasi all’alba ed all’insaputa dei genitori, ed aspettavamo nei pressi della ferrovia il passaggio di una macchina a vapore, credo fosse una 740 in quanto gli assi erano quattro, ma il ricordo è confuso. Era un’emozione grande sentirla provenire da Monselice in direzione Padova, a quasi un chilometro di distanza e dove la linea fa una curva e passa sopra ad un ponte, ansimare e quasi “scoppiettare” per l’apertura della valvola da parte del macchinista. Ho viaggiato tanto in treno da piccolo, mio padre mi portava a Padova ogni Sabato assieme alla mamma ed al fratello maggiore. Partivamo con il famoso treno “el Rovigoto” alle 13.25 da Battaglia Terme, convoglio trainato dalla famosa “signorina” Gr. FS 625, e lentamente, con la calma e la flemma che contraddistingue il treno a vapore, arrivavamo a destinazione. L’attesa poi nella stazione di Padova per il ritorno era quasi un rito; comodamente seduto sui sedili delle famose “littorine”, le automotrici ALn.556 Fiat, mi divertivo ad osservare quasi a volte impaurito, l’enorme colonna di vapore che una locomotiva, ferma al binario 6, sprigionava dalla valvola di sicurezza. Ho continuato a viaggiare ancora per tanti anni in treno (quasi 25), prima da studente e poi per lavoro, facendo il pendolare quotidianamente, ed ho quindi vissuto ed assimilato interiormente la ferrovia che inesorabilmente mi è entrata nel sangue. Ora purtroppo sono costretto a viaggiare in auto, ma Dio sa quanto desidererei evitarlo. Ritornare al gusto ed al piacere di viaggiare in treno, per poter parlare con la gente oppure leggere un libro, o solo per appoggiare la testa al finestrino ed osservare il paesaggio che corre, e serenamente chiudere gli occhi poiché il ritmo scandito dalle ruote che scivolano sulle rotaie, rotto di tanto in tanto dal passaggio sugli scambi, inevitabilmente ti culla. E’ proprio vero che…il primo amore non si scorda mai.

Giorgio Ferrato

 

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